
Chi ha un’attività, dal negozio alla vendita di servizi, non può
assolutamente fare a meno dei social. Purtroppo, nonostante siano
parte della nostra vita ormai da tanti anni, ci sono ancora imprenditori e
professionisti convinti di poterli gestire affidandosi al caso. Nulla di più
sbagliato! Nelle prossime righe, vediamo assieme quali sono gli errori da
evitare assolutamente.
I social sono piazze importantissime da presidiare, su questo non ci sono
dubbi. Non bisogna, però, considerarli come l’unico asset per la
promozione online della propria attività. Ricordiamo, infatti, che non
sono spazi proprietari.
Certo, l’azienda compra il dominio e l’hosting per il sito e Google, il re
dei motori di ricerca, può fare, come si suol dire, il bello e il cattivo
tempo con il suo misterioso algoritmo.
Nel caso dei social, si parla di multinazionali dove si possono creare dei
profili che, da un giorno con l’altro, possono essere chiusi senza un
motivo particolare.
Ecco perché, a prescindere da quello che si vende, è sempre bene
mettere online anche il sito ufficiale della propria realtà.
La scelta del tono di voce del brand, ossia il registro del lessico e le
peculiarità del linguaggio, è fondamentale per qualsiasi azienda voglia
essere presente sui social.
Pensare di puntare solo su post commerciali, senza toccare in alcun
modo le corde emozionali del proprio target, è un errore che può
rivelarsi estremamente pericoloso.
Il rischio, così facendo, è di appiattire la comunicazione e di non
distinguersi in alcun modo dai competitor.
L’intelligenza artificiale è ormai entrata a far parte della quotidianità
lavorativa di una marea di professionisti che lavorano sui social e aiutano
le aziende a usarli al meglio.
Dai freelance alle agenzie che, come la milanese Parklab.eu, nome di
spicco nel campo del social media marketing e dotata di una divisione
dedicata che ha portato a casa numerose case history di successo, le
persone che utilizzano i tool di AI soprattutto per generare testi sono
tantissime.
Si tratta di alleati comodi, ma senza una revisione non si va da nessuna
parte. L’intelligenza artificiale può infatti commettere degli errori ed è
caratterizzata, in ogni caso, da pattern linguistici immediatamente
riconoscibili – espressioni come “In conclusione” o verbi come
“esplorare” sono tra questi – che tolgono fluidità al discorso.
I colori dominanti nei post su Instagram non possono essere scelti a
caso. Per essere coerente con tutta la strategia di branding, la visione
d’insieme del feed deve restituire un effetto cromatico in linea con la
palette scelta a tavolino per rappresentare il brand.
Copiare i competitor sui social non è un semplice errore: è una scelta
che non ha senso.
Non bisogna mai scordarsi che i social media sono piazze virtuali dove,
esattamente come accade in quelle reali, si sceglie di interagire con le
persone con cui si sente una corrispondenza emotiva.
Lo stesso accade con i brand.
Imitare i concorrenti vuol dire quindi mettere in atto nei confronti del
proprio pubblico un vero e proprio tradimento.
Pensare di non mettere la faccia nei contenuti social del proprio brand
è a dir poco sbagliato. Come appena detto, quando si muovono sulle
piattaforme social gli utenti guardano alle persone, alle loro storie, al
modo in cui possono aiutarli a sentirsi meglio. Ecco perché, che si tratti
del titolare dell’azienda o dei dipendenti, sui profili social il potenziale
target deve vedere dei volti e delle storie.
Se possibile, è bene non disdegnare l’effetto sorpresa. Un esempio?
Un’intervista doppia dal mood ironico ai manager in giacca e cravatta.
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